Riflessioni
Al termine della lettura dei dati, commentati nelle pagine
precedenti, possono essere confermate le valutazioni riportate
nel report del 1998:
"La filosofia che ha ispirato l'analisi qui presentata
ed anche l'atteggiamento generale dell'Ufficio Cooperazione
Sociale B, consiste nel considerare la Qualità come l'insieme
dei comportamenti di coerenza e trasparenza.
Alle Cooperative Sociali viene cioè chiesto di offrire un
prodotto di Qualità, sia per quanto riguarda la dimensione
tecnica, sia per quella sociale, e questo accade se le Cooperative
"fanno ciò che dicono" e "dicono ciò che fanno". Cioè se
mettono concretamente in pratica quanto dichiarano nelle
offerte, attraverso le quali si aggiudicano gli appalti,
e quanto è loro imposto dalle norme che ne regolano l'esistenza
(leggi, contratti collettivi di lavoro, statuti, ecc.);
dall'altra parte se rendono visibile il loro concreto modo
di operare soprattutto quando affrontano situazioni molto
particolari - e trattando con persone svantaggiate succedono
spesso - che richiedono rapidità di decisione e flessibilità
anche nell'interpretare le norme.
I dati commentati esprimono la realtà a partire dal versante
quantitativo del "progetto Sociale", ma è questo il compito
specifico dell'Ufficio Cooperazione Sociale, rimanendo impegno
dei Servizi segnalanti la verifica in profondità delle situazioni
concrete.
Alcuni indicatori segnalano comunque buoni livelli di qualità.
Per la parte dei lavoratori svantaggiati si tratta di:
- valori assoluti dei soggetti svantaggiati inseriti;
- rapporto percentuale tra lavoratori svantaggiati ed
ordinari;
- distribuzione delle tipologie di svantaggio tra le cooperative
e rapporto con i Servizi segnalanti;
- possibilità di sviluppo di carriera;
- aumento progressivo del monte ore settimanale di lavoro.
Dal lato dei lavoratori ordinari si tratta innanzi tutto
della disponibilità, da parte delle cooperative, a lasciarsi
osservare, e poi:
- valori assoluti delle assunzioni;
- grande attenzione per le fasce deboli del mercato del
lavoro."
Si conferma perciò la validità del sistema degli inserimenti
lavorativi promosso dalla Città di Torino.
A questo punto è possibile individuare alcuni nodi critici
sui quali è possibile orientare le riflessioni e le azioni
future.
- i servizi ausiliari nelle scuole
Come già detto nel capitolo sugli appalti, per il peso che
hanno tali lavori nel sistema, è questo un aspetto che richiede
molta attenzione, che già si sta affrontando e che dovrà
trovare una soluzione per l'anno scolastico 2000/2001.
- il Piano Esecutivo di Gestione
E' ormai diventato necessario che la possibilità di realizzare
procedure contrattuali per gli inserimenti lavorativi non
sia lasciata alla buona disponibilità dei responsabili dei
vari Settori, ma sia programmata e che si introduca una
prassi per la quale in ogni esternalizzazione ci si ponga
la domanda se è possibile e valido inserire clausole per
l'inserimento lavorativo.
- la cultura delle politiche attive del lavoro Se il problema
del lavoro è uno dei nodi centrali della nostra società,
è importante che si diffonda una attenzione non solo alla
qualità del prodotto, ma anche alla qualità del lavorare,
e che si promuova il riequilibrio delle opportunità di occupazione
tra fasce forti e deboli del mercato del lavoro. Questo
modo di pensare ha molte possibilità di dare buoni risultati
se permea tutti i Settori degli Enti Pubblici, non solo
quelli che hanno un mandato specifico.
- gli Enti appaltanti
E' auspicabile che si realizzino azioni di partnership operativa
tra gli Enti che promuovono gli inserimenti lavorativi.
Città di Torino, AMIAT, ATM, ATC, ASL devono trovare momenti
comuni di confronto, ed in particolare le Aziende Sanitarie
devono appropriarsi della prassi degli inserimenti lavorativi
perché, oltre che essere un vantaggio per i cittadini loro
utenti, lo diventa per le stesse organizzazioni.
- la continuità del progetto personalizzato di inserimento
lavorativo
Sarà necessario riprendere la riflessione sul modo migliore
per garantire continuità dei progetti di inserimento delle
persone svantaggiate quando si verificano cambi di impresa
nella gestione di un appalto. Non sono sufficienti le semplici
tutele giuridiche che garantiscono livelli contrattuali
identici in entrambe le imprese, perché la dimensione relazionale
all'interno delle squadre e con l'organizzazione di lavoro
spesso ha più importanza ed è questa che determina il successo
dell'inserimento.
- il Regolamento
Il Regolamento, approvato nel dicembre 1998 dal Consiglio
Comunale, ha mostrato la sua piena validità nel consolidare
il patrimonio di azioni accumulate nel corso degli anni,
talvolta in modo confuso ed improvvisato, dal sistema degli
inserimenti lavorativi. Mentre il Titolo II, relativo alle
convenzioni con le cooperative sociali B, è stato ampiamente
ed utilmente usato, il Titolo I, che riguarda i contratti
per il servizio di inserimento lavorativo, è servito solo
al rinnovo di affidamenti che, nati come convenzioni con
cooperative ed avendo superato la soglia dei 200.000 Euro,
dovevano essere gestiti conformemente alla disciplina in
materia di contratti della pubblica amministrazione. E'
mancato quindi uno sviluppo del sistema soprattutto nel
coinvolgimento delle imprese profit.
E' utile perciò riprendere quanto affermato nella narrativa
della Deliberazione del Consiglio Comunale che ha approvato
il Regolamento:
"I1 Comune di Torino si impegna a istituire una sede
di confronto e verifica con le organizzazioni di rappresentanza
coinvolte nell'applicazione del presente atto, attraverso
incontri a scadenze periodiche programmate, promuovendo
inoltre annualmente momenti di formazione per dirigenti
e funzionari dell'Amministrazione responsabili dei Servizi
che segnalano i destinatari dell'inserimento lavorativo,
responsabili ed operatori delle imprese rappresentanti
delle associazioni dei destinatari degli inserimenti
predetti."
- la partnership con la cooperazione sociale di inserimento
lavorativo Sono passati più di 5 anni dalla firma del Protocollo
d'Intesa tra la Città di Torino e le Associazioni delle
Cooperative, ciò che è stato sottoscritto nel 1995, anche
se ancora valido nella sostanza, avrebbe bisogno di essere
riconfermato ed aggiornato.
- Le cooperative sociali B in questo periodo sono notevolmente
cambiate in dimensioni e cultura d'impresa, come si
è visto dai dati della ricerca, diversificandosi anche
tra loro, e rischiando di presentarsi come semplici
imprese che vendono servizi;
- la nuova legge sul "collocamento obbligatorio" introduce
nuove opportunità che vanno gestite con attenzione;
- la Città non svolge più quella funzione di promozione
della cooperazione che si era assunta 5 anni fa e rischia
di considerare le cooperative sociali come delle semplici
imprese dalle quali acquistare servizi.
E' possibile riprogettare un rapporto di partnership su
livelli più maturi a partire dall'interesse comune che è
ancora quello individuato dal convegno del 1997: il diritto
al lavoro per le persone svantaggiate
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La progettazione, l'elaborazione dei dati e la
stesura del rapporto finale sono stati realizzati da Sergio Baudino.
La raccolta e l'inserimento dati sono stati curati da Enrica Giglio.
Città di Torino
Disione Economia e Sviluppo
Settore Lavoro, Sviluppo, Orientamento e Formazione Professionale
- Ufficio Cooperazione Sociale B e Contratti di Inserimento
C. Ferrucci, 122 - 10141 Torino
tel. 011/4425960 - fax 011/4425930
e-mail: ul85739@comune.torino.it
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