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Città 4/11

FIUME (Rijeka) È il capoluogo del Kvarner e il centro economico dell'intera regione fino alla penisola di Zara (Zadar).
Presso il Canale Morto, un tempo foce della Rjecina, si trova il Teatro nazionale dedicato a Ivan Zajc, realizzato dagli architetti viennesi Helmer e Fellner nel 1885. L'interno barocco ospita decorazioni allegoriche di Franz Matsch e di Gustav e Ernst Klimt, mentre la facciata neorinascimentale mostra un gruppo scultoreo di Agostino Benvenuti. Di fronte, il palazzo Mondelo è opera degli stessi architetti e un tempo era sede della cassa di risparmio. La chiesa di Sv. Nikola, neobarocca, risale al 1790 e custodisce preziose icone della Vojvodina.
Gradski Toranj è l'antica porta della città e risale al XVII sec.
Seguendo il Korzo - la zona pedonale - si raggiungono la chiesa di Sv. Jerolimo, fatta costruire dai conti di Duino nel 1315, il monastero agostiniano del 1408 e il municipio. I terremoti del 1750 e 1763 distrussero l'intero complesso, poi ricostruito in stile barocco. Più a est si trova la chiesa di Sv. Vid, costruzione ottagonale del XVII sec. sorta sulle rovine della prima chiesa del IX sec., dedicata al santo patrono della città.
Sull'altare di marmo si trova il crocifisso miracoloso del XVII sec. Secondo la leggenda, nel 1296 un uomo lo colpì con una pietra, stizzito per le sue continue perdite al gioco; si narra che la terra sotto i suoi piedi si aprì per inghiottirlo e il crocifisso cominciò a sanguinare. Nel parco dedicato a Vladimir Nazor si trova l'Historijski Arhiv, imponente palazzo neobarocco un tempo residenza dell'arciduca Giuseppe d'Absburgo.
Oltrepassata nuovamente la Rjecina sul Canale Morto, si incontra la Trsatske Stube, una scalinata di 561 gradini che conduce al castello di Trsat, al convento francescano del XV sec. e alla chiesa della Madre di Dio (XVI sec.).
In questo luogo - racconta la leggenda - i crociati portarono, nel 1291, alcune pietre e della terra provenienti dalla supposta casa di Nazareth di Gesù. Quando queste reliquie furono donate al santuario di Loreto, la popolazione locale ne fu molto addolorata e il papa Urbano V, per compensarla della perdita, offrì alla città un'icona di legno di cedro che, si narrava, fosse stata dipinta dall'evangelista Luca. Il trittico, ritenuto miracoloso, adorna oggi l'altare principale della chiesa.
Dal castello di Trsat si gode del più bel panorama sulla città.