ancor pi sostenuto
lincremento atteso degli investimenti fissi lordi, sia in beni
strumentali che in costruzioni; sostenute, infine, la crescita delle
esportazioni e delle importazioni. Nel 2000 proseguir lespansione
delloccupazione, ai ritmi elevati del 1999, con un incremento lievemente
superiore all1%. Il tasso di disoccupazione si ridurrebbe di almeno
0,7 punti percentuali, passando dall11,4 del 1999 al 10,7 del 2000.
La forte spinta dei prezzi internazionali delle materie prime, in
particolare del petrolio, determiner un impatto elevato sullinflazione
determinando un sensibile scarto tra lobiettivo programmatico,
1,2% e la previsione odierna, 2,3%. Ci non fa che sottolineare
la rilevanza del settore delle fonti rinnovabili di energia nelle
scelte di politica della ricerca e di politica industriale e la
priorit di un uso efficiente dellenergia.
Il quadro macroeconomico programmatico relativo al periodo 2000-2004
presenta un tasso di crescita dellItalia, di poco superiore al
3%, lievemente superiore a quella europea. IL tasso di inflazione
dovrebbe recuperare limpennata del 2000 collocandosi all1,7 nel
2001 e 1,2 negli anni successivi. Di particolare interesse sono
le previsione relative al mercato del lavoro. Loccupazione crescer
nei settori industriali, ma sar soprattutto il terziario privato
e in particolare i servizi alle famiglie e alle imprese e gli interventi
di tipo ambientale a dare il maggiore contributo allespansione
della base occupazionale. Le unit standard di lavoro dovrebbero
aumentare dell1,1% lanno, pari in valore assoluto pari a 767.000
occupati. Il tasso di occupazione aumenterebbe dal 54,3% del 2001
al 56,9 del 2004 ed il tasso di disoccupazione si ridurrebbe dal
9,9% del 2001 al 7,8% del 2004.
Gli interventi dello Stato attuati mediante misure di riduzione
della pressione fiscale e contributiva media sulla famiglie, nonch
di incremento dei trasferimenti, come nel caso dellaumento degli
assegni per il nucleo familiare e lassegno per i nuclei familiari
con almeno tre figli minori, hanno concorso al parziale recupero
del reddito disponibile. Oltre che sui nuclei familiari numerosi,
le misure di sostegno al reddito si sono concentrati sugli anziani,
in particolare sui soggetti percettori della pensione sociale. Questo
insieme di misure hanno consentito una certa riduzione dei nuclei
familiari poveri e determinato una leggera riduzione dellindice
di disuguaglianza, facendo uscire dalla povert circa 81.000 nuclei
familiari.
Le prospettive della finanza pubblica
Premesso che le previsioni di finanza pubblica per il quadriennio
2001-2004 saranno condizionate dall'incertezza sull'andamento
di alcune importanti variabili macroeconomiche (il cambio euro-dollaro,
il prezzo del petrolio e l'andamento dell'economia americana) le
quali influiranno sulle previsioni in materia di prezzi e di tassi
di interesse, il DPEF dispone un quadro delle previsioni "a legislazione
vigente", delle spese e delle entrate della Pubblica Amministrazione:
SPESE:
- retribuzioni
pubbliche: si prevede un aumento delle retribuzioni
dei medici e degli insegnanti gi definiti per il 2000;
- numero
dei dipendenti della PA: ipotizzato in calo fino al
2001, per effetto della legge 449/1999; per gli anni successivi
ipotizzata l'invarianza del numero degli occupati. Per
i dipendenti delle amministrazioni regionali e locali si
ipotizza un incremento annuo dello 0,5% per tutto il quadriennio
2001-2004;
- spesa
pensionistica: si prevede un aumento in base al numero
delle pensioni di nuova liquidazione stimate in base alla
propensione al pensionamento di anzianit, nonch della
rivalutazione delle pensioni in essere;
- spesa
per consumi intermedi: si ipotizza una crescita a un
tasso mediamente inferiore alla crescita del PIL monetario,
ma superiore al tasso di inflazione;
- aziende
di servizio pubblico (FS e Poste): ipotizzato un progressivo
miglioramento dei loro bilanci in modo da arrivare al pareggio
entro il 2002-2003;
- spesa
sanitaria: si ipotizza un crescita pari allo 0,5% annuo
anche a causa delle incertezze che permangono in merito
alle stime per il 2000;
- spesa
per interessi: si prevede un miglioramento derivante
dall'ipotesi che, tra oggi e la fine del 2000, i proventi
delle licenze UMTS ammontino a circa 65.000 mld.
- spese
in conto capitale: tenendo conto del livello delle nuove
autorizzazioni di spesa determinate dalle precedenti finanziarie
e del loro stato di attuazione nonch dell'entit dei residui,
potrebbero aumentare nel 2001, in termini monetari, anche
in assenza di nuove autorizzazioni di spesa, per iniziare
poi una fase di declino con l'esaurirsi degli stanziamenti
|
ENTRATE:
- entrate
tributarie erariali: si prevede un aumento legato all'andamento
delle accise e del prelievo sui redditi da capitale; le
previsioni incorporano la restituzione del drenaggio fiscale;
la pressione fiscale subir comunque un progressivo calo;
- contributi
sociali: ipotizzata una crescita con elasticit rispetto
al PIL pari, in media, a 0,7; le previsioni tengono conto
delle riduzioni delle aliquote contributive previste dalle
leggi vigenti;
- altre
entrate correnti (non tributarie): si ipotizza una crescita
pari a circa la met della crescita del PIL nominale, in
relazione al progressivo ridursi dei redditi da capitale
legati al processo di privatizzazioni;
- entrate
in conto capitale: si valuta che i proventi derivanti
dalle dismissioni immobiliari si concentreranno, in larga
parte, nel 2001 anzich essere ripartite tra il 2000 e il
2001, come prevedeva la finanziaria del 2000; per i rimanenti
anni ili loro andamento ipotizzato costante in termini
monetari;
|
Il processo di risanamento avviato dal Governo negli ultimi anni
ha realizzato un assetto di stabilit finanziaria, al punto tale
che, se non esistessero obblighi di maggiori spese per i rinnovi
contrattuali (che devono trovare copertura nelle prossime leggi
finanziarie), sarebbe possibile sottoporre all'esame del Parlamento
il solo bilancio a legislazione vigente. Il deficit della P.A. per
il 2001 pari a 23.700 mld., corrispondente all'1% del PIL. Viene
cos confermato il valore obiettivo fissato dal programma di stabilit
cui il nostro paese ha aderito, pertanto, non necessaria, per
il 2001, alcuna manovra correttiva del deficit tendenziale.
Il miglioramento dei saldi di bilancio a legislazione vigente nel
quadriennio 2001-2004 e i ricavi derivanti dalle privatizzazioni
e dalle licenze UMTS determineranno una progressiva riduzione
del rapporto tra debito pubblico e PIL che dal 114,9% di fine
1999, arriver a fine 2001 al 106,6%.
Tuttavia, per quanto riguarda le singole categorie di spesa, il
riaggiustamento dei conti pubblici lascia ancora aperte alcune questioni
di fondo relative soprattutto alla spesa per pensioni e alla
spesa per l'assistenza sanitaria che, presentandosi con tassi
di crescita superiori ai valori medi, costituiscono le categorie
di spesa trainanti la crescita della spesa corrente al netto degli
interessi. Si rileva inoltre che le previsioni a legislazione vigente
per il 2001 e gli anni successivi non definiscono per intero il
quadro previsionale della spesa pubblica relativamente alla quale
dovr avere luogo una ricomposizione della spesa con aumenti su
alcuni settori che saranno compensati da riduzioni in altri settori.
La prossima legge finanziaria definir esattamente la struttura
di detti interventi: sul fronte delle spese, potr disporre autorizzazioni
di spesa aggiuntive rispetto alla legislazione vigente. Maggiori
spese potrebbero derivare dalla necessit di sostenere il processo
di sviluppo, in particolare nelle aree meridionali e dagli interventi
che il Governo riterr di adottare nell'ambito della propria azione
politica di bilancio per il 2001, sviluppando prioritariamente le
tematiche indicate dai capitoli IV e V del DPEF al nostro esame.
Al finanziamento di detti interventi si far luogo, in via prioritaria,
mediante una razionalizzazione della spesa per beni e servizi. La
difficolt di definire l'esatta entit delle maggiori spese che
saranno proposte con la legge finanziaria legata soprattutto alle
incertezze sull'andamento della spesa sanitaria per l'anno 2000
che rende altrettanto incerte le previsioni per l'anno 2001 e seguenti.
Pertanto il DPEF sottolinea che "gli spazi per nuove o maggiori
spese sono legati in misura determinante al raggiungimento di un'intesa
vincolante tra Stato e Regioni sul livello e la dinamica della spesa
sanitaria". Dal lato delle entrate, che sono previste in aumento
soprattutto in relazione al maggior gettito derivante dall'emersione
sia sul fronte delle imposte dirette che indirette, il governo prevede
di attivarsi per un alleggerimento fiscale, dopo che saranno acquisiti
i dati sul gettito tributario derivante dall'autoliquidazione delle
imposte dirette e dell'IRAP. Gli interventi di sgravio riguarderanno:
- le famiglie, attraverso la riduzione dell'IRPEF, con particolare
attenzione ai redditi pi bassi, anche attraverso la riduzione
della tassazione delle abitazioni;
- le imprese, soprattutto quelle minori, con particolare attenzione
all'emersione del "sommerso" , alla nascita di nuove attivit,
alla creazione di occupazione, alla semplificazione e al miglioramento
dei rapporti con il contribuente.
In considerazione dell'incertezza su entit e struttura della ricomposizione
della spesa, soprattutto in relazione a quella sanitaria, nonch
sulla possibile revisione delle stime sulle entrate per l'anno 2001
e successivi, ed ancora in relazione ai proventi delle cessioni
UMTS, il Governo presenter a settembre una "nota di aggiornamento"
del DPEF con la quale saranno definiti i settori e la quantificazione
delle maggiori spese e gli interventi proposti per il loro finanziamento,
la quantificazione delle eventuali maggiori entrate tributarie e
le proposte di utilizzo, la quantificazione degli incassi UMTS e
la scansione temporale della loro collocazione.
Gli importi derivanti dalla concessione delle licenze UMTS avranno
l'effetto diretto di ridurre lo stock di debito pubblico. Tuttavia,
il governo ritiene che una quota degli introiti, fino al 10%
di quanto effettivamente incassato, verr destinata alla copertura
di un programma straordinario di interventi nel settore "la societ
dell'informazione", ovvero in un programma di spese straordinarie
concentrato in larga parte (anche se non esclusiva) su spese in
conto capitale.
Sul fronte della spesa per investimenti il Governo ipotizza
che, per gli anni 2002-2004, una parte significativa dei nuovi investimenti
in infrastrutture di interesse pubblico possa essere finanziata
direttamente dal capitale privato per un ammontare di 2.000 mld.
nel 2002, 6.000 mld. nel 2003 e 10.000 mld. nel 2004. Nel DPEF viene
stabilito che le nuove regole di project financing, inclusive delle
regole per la determinazione del contributo degli utenti, saranno
definite nel disegno di legge finanziaria. Inoltre viene specificato
che la normativa vigente nei seguenti settori: strade, approvvigionamento
idrico, strutture ospedaliere e tutela ambientale verr analizzata
per verificare la sua compatibilit "con gli incentivi appropriati
per attrarre il capitale privato nel finanziamento delle grandi
infrastrutture".
Per quanto riguarda la politica tributaria il governo intende
proseguire, nel prossimo futuro, il percorso tracciato nel precedente
DPEF, volto alla riduzione della pressione fiscale, al monitoraggio
e al completamento della riforma fiscale, alla semplificazione e
al decentramento fiscale, all'ammodernamento e alla riforma dell'amministrazione
finanziaria. Punto qualificante del DPEF quello in cui si legge
che la politica fiscale sar uno degli strumenti messi in atto dal
governo per realizzare gli indirizzi di politica economica della
sostenibilit, soprattutto per incentivare:
- il decollo delle attivit di promozione delle tecnologie di
risparmio energetico;
- la ristrutturazione del sistema dei trasporti dalla gomma alla
ferrovia e al cabotaggio;
- lo sviluppo di una gestione ambientale delle attivit industriali,
agricole e turistiche;
- la realizzazione di un sistema dei rifiuti centrato sulla raccolta
differenziata e sul riciclo dei materiali.
Per quanto riguarda il sistema di federalismo fiscale, il
DPEF evidenzia che il mutamento delle regole di finanziamento di
regioni ed enti locali recentemente avvenuto non si ancora completamente
tramutato in corrispondenti assunzioni di responsabilit finanziaria
da parte di tutte le amministrazioni o di tutti i livelli di governo.
Sia per il 2001 che per gli anni successivi, gli enti locali si
troveranno ad affrontare un aumento divergente tra crescita delle
entrate e crescita delle spese, legato alla bassa elasticit delle
entrate proprie determinata dalla struttura dell'ICI e da una strutturale
propensione alla espansione dei servizi. Il peggioramento dei saldi
operativi del sistema comuni-provincie dipende inoltre dalla riduzione
in atto dei trasferimenti destinati al sostegno degli investimenti.
Pertanto, per il 2001 si prevede un aumento dei trasferimenti erariali
alle amministrazioni locali da accompagnarsi al riordino dei relativi
criteri di riparto tra gli enti. A condizionare in senso particolarmente
negativo il sistema di federalismo fiscale regionale ancora una
volta il cattivo funzionamento delle regole di decisione e gestione
della spesa sanitaria, sia a livello nazionale che a livello regionale.
Pertanto l'interazione tra programmazione finanziaria (ovvero la
quantit di risorse da destinare alla salute pubblica) e attivit
di produzione di servizi pubblici oggi incompleta e lacunosa.
Le decisioni di bilancio, ivi incluso l'aumento del Fondo sanitario
nazionale determinato da ultimo con la legge finanziaria 2000, si
sono rivelate inadeguate rispetto alla pressione esercitata dagli
ordinatori di spesa e dalla programmazione regionale. Ci significa
che le indicazioni dell'articolo 28 della legge 448/98, istitutivo
del patto di stabilit interno, sono state parzialmente disattese.
Nel DPEF viene quindi sottolineato che saranno oggetto di particolare
attenzione le regole per attuare il patto di stabilit interno
e per rimuovere la discrasia tra programmazione e risultati in materia
di spesa sanitaria.
Linee di intervento strutturale
Le linee di intervento proposte dal Governo riguardano in particolar
modo: lo sviluppo di un efficiente sistema di mobilit, la
revisione del quadro giuridico del settore produttivo, un equilibrato
connubio tra la flessibilit del lavoro e la tutela dei soggetti
socialmente pi deboli, il rinnovamento della politica commerciale
e linnovazione tecnologica legata alla diffusione di Internet.
Per quanto concerne le politiche della sostenibilit, i principali
ambiti di intervento individuati sono: ambiente, citt, energia,
agricoltura e sviluppo rurale. Lazione del Governo terr conto
degli obiettivi del Trattato di Amsterdam e sar orientata in particolare
a:
- riduzione degli inquinanti in atmosfera;
- controllo del ciclo delle acque;
- gestione dei rifiuti;
- difesa della diversit;
- difesa del suolo;
- abusivismo edilizio e restauro dei centri storici;
- risparmio energetico e fonti rinnovabili.
Un segnale particolare infine stato dato sul fronte delle politiche
settoriali delle risorse agricole, agro-alimentari, forestali
e della pesca, che dovranno tener conto della sostenibilit ambientale,
della crescita occupazionale, della sicurezza alimentare, della
tutela del consumatore, della biodiversit e del benessere
animale. Bisogner puntare soprattutto alla qualit e alla tipicit
delle produzioni, in alternativa alle politiche basate sulla mera
produttivit. Si fa esplicito riferimento al Documento di programmazione
agricola, agro-alimentare e forestale, il cui contenuto fortemente
caratterizzato dall"impronta Verde" della nuova politica del Ministero
delle risorse agricole. Lazione di governo dovr infine interessare
la questione dellamministrazione della giustizia - che necessita
di riforme di carattere normativo, ma anche ampliamento degli organici,
innovazione tecnologica e adeguamenti infrastrutturali , il problema
della sicurezza con il potenziamento di strutture e ladeguamento
del personale, nonch maggiori controlli sullimmigrazione clandestina
e il riordino del settore della difesa, a seguito delle
intervenute modifiche legislative. Nel dettaglio gli ambiti di intervento
del Governo sono i seguenti.
Mobilit
Vengono citate alcune tra le pi discusse opere pubbliche, tra cui
il passante di Mestre, la variante di valico, lAsti-Cuneo, ecc.
L'obiettivo indicato dal governo quello di "favorire il progressivo
riequilibrio modale". Sono inoltre previsti incentivi finanziari
per il trasporto su gomma, nonch per il rilancio delluso della
ferrovia e del cabotaggio. Per quanto riguarda le ferrovie
si segnala il programma di investimenti decennali nel comparto ferroviario
e la necessit di portare a compimento il progetto "alta capacit"
(il relativo disegno di legge attualmente in discussione al Senato),
mentre viene ricordato che, a partire dal 1 giugno 2000, diventata
operativa la riorganizzazione delle Ferrovie dello Stato S.p.A..
Viene segnalata altres la necessit di provvedere alla modernizzazione
ed al potenziamento del sistema di trasporto pubblico urbano,
attraverso lincremento della rete di metropolitane e il rinnovamento
del parco autobus.
Innovazione, formazione e cultura
Viene confermato limpegno di investire nella formazione, nella
ricerca e nella cultura. Appare chiaro che da questo impegno dipende
in buona parte lo sviluppo economico di una societ industrializzata
e vengono pertanto individuati i seguenti settori di intervento:
- Scuola espansione della scolarit, riduzione della
dispersione ed elevamento dellobbligo scolastico;
- Ricerca e universit approvazione del piano nazionale
della ricerca e riordino dellimpianto universitario;
- Cultura prosecuzione delle politiche di restauro ed
accessibilit dei beni culturali.
Piccole e medie imprese
Per fare crescere le Pmi, il Governo punta alla riforma del diritto
societario, portando avanti il Ddl delega all'esame del Parlamento.
Tra gli obiettivi, favorire l'imprenditorialit e la capacit innovativa.
Welfare
Anche in questo caso il riferimento a un provvedimento in discussione
al Senato: la proposta di legge quadro di riforma dellassistenza
e delle politiche sociali. La riforma prevede la promozione di una
rete integrata di servizi alla persona, interventi a sostegno dei
disabili e delle persone non autosufficienti, una maggiore tutela
dei bambini e degli adolescenti, nonch interventi nel settore sanitario.
Si punta inoltre allattuazione del Piano Nazionale per lOccupazione
2000, con particolare attenzione ai contratti con contenuto formativo,
allincentivazione alloccupazione dei giovani e dei soggetti svantaggiati
ed agli ammortizzatori sociali.
Commercio con lestero
La nostra economia dipende in misura significativa dallandamento
del commercio con lestero, in particolar modo con i paesi dellarea
del Mediterraneo e dellEuropa Orientale (i cui cicli economici
sono in crescita). Sono stati fatti alcuni scenari, basati su diverse
ipotesi di crescita del PIL dei paesi interessati e si sono calcolati
in modo empirico, ma attendibile i possibili effetti sulla variazione
del nostro PIL. Il risultato senza dubbio positivo e conferma
la necessit non solo di dare maggiore impulso allo scambio commerciale,
ma di rafforzare lintegrazione produttiva tra lItalia e i paesi
delle aree anzidette.
La sfida tecnologica
LItalia sta recuperando velocemente il gap informatico con i paesi
che hanno maggiormente investito nellinnovazione tecnologica. Il
Governo ha infatti varato un Piano dAzione per la Societ dellInformazione"
con lobiettivo di diffondere a tutti i livelli le necessarie conoscenze
informatiche (E-society), innovare e velocizzare i servizi forniti
dalla pubblica amministrazione (E-government) e sviluppare il commercio
elettronico (E-commerce). Per ogni area di intervento sono previste
le seguenti priorit:
E-society
- formazione dei lavoratori e dei giovani disoccupati;
- attivazione di portali locali e di incubatori di aziende multimediali;
- apertura di centri multimediali;
- cablatura e collegamento ad Internet delle strutture scolastiche;
- formazione informatica dei docenti
E-government
- istituzione di una rete nazionale (Extranet) che consenta la
connessione di tutte le reti della pubblica amministrazione, rendendo
cos possibile lo scambio di informazioni e le verifiche incrociate
dei dati in possesso;
- creazione della carta didentit elettronica;
- nascita della firma digitale, che permetter una forte riduzione
dei disagi nei rapporti tra il cittadino e la pubblica amministrazione.
E-commerce
- promozione di accordi tra Governo, associazioni di categoria
e Camere di Commercio;
- organizzazione di un programma di formazione per consentire
laccesso in rete delle piccole e medie imprese;
- creazione di un indice telematico delle PMI;
- individuazione di metodologie e sistemi per garantire la sicurezza
del commercio elettronico;
- promozione dei prodotti italiani "on-line" allestero.
La spesa nella Pubblica Amministrazione
Nonostante gli intervenuti processi di riorganizzazione e di
razionalizzazione della spesa, la Pubblica Amministrazione ha incrementato
tra il 1996 e il 1999 la quota di spesa destinata ai propri
approvvigionamenti per un valore pari allo 0.5% del PIL. Valore
destinato ad aumentare nellanno 2000. Quasi la met della spesa
dovuta al settore della sanit, per un importo pari a 68mila mld.
Per ridurre la spesa pubblica il Governo ha adottato un piano articolato
con lobiettivo di recuperare in termini di efficienza e di esercitare
un maggiore controllo sulle procedure dacquisto di beni e servizi.
La strategia di intervento si ispira ai seguenti principi:
- bilanciamento ottimale tra autonomia delle amministrazioni e
coordinamento della spesa;
- promozione della new-economy da parte della Pubblica Amministrazione;
- snellimento delle procedure.
La strategia per lo sviluppo del Mezzogiorno
La strategia di sviluppo impostata dal governo si articola in
tre indirizzi:
- miglioramento del contesto socio-economico;
- promozione diretta dello sviluppo locale;
- sviluppo della concorrenzialit.
Il governo provveder, con la prossima legge finanziaria, a stanziare
risorse, nel triennio 2001-2003, tali da assicurare un volume di
investimenti pubblici nel Mezzogiorno tendenzialmente pari al 46%
del totale della spesa in conto capitale. Per un quarto si tratter
di risorse comunitarie e del loro cofinanziamento nazionale.
Politiche di contesto e investimenti pubblici
Circa un terzo delle risorse pubbliche disponibili per investimenti
nel Mezzogiorno nel periodo 2000-2006 riguardano il programma di
Sviluppo del Mezzogiorno convalidato all'interno del Quadro comunitario
di sostegno (PSM-QCS) dotato di circa 98.000 mld. di lire (comprensivi
dei cofinanziamenti nazionali) dei quali circa 14.000 mld. solo
per il 2000. La gestione del 70% del totale delle risorse stanziate
di competenza delle Regioni. L'utilizzo di tali risorse ancorato
ai seguenti principi:
- chiara attribuzione delle responsabilit amministrative, in
modo da consentire la verifica dell'operato di ciascun soggetto;
- attivazione di un sistema di valutazione degli interventi fondato
sui Nuclei di valutazione e verifica che dovranno essere costituiti
nelle Regioni e nelle Amministrazioni locali entro il 31.12.2000;
- piena operativit, entro il 31.12.2000, di un sistema di monitoraggio
finanziario in grado di consentire la costante e progressiva verifica
dei risultati;
- previsione di una riserva premiale nazionale pari al 6% delle
risorse dell'intero QCS (oltre a quella comunitaria del 4%), allocate
in base ai risultati conseguiti nel primo triennio di efficienza
amministrativa e di qualit dei progetti;
- partenariato istituzionale e sociale fondato su pluralismo,
rappresentativit e competenza tecnica dei Comitati di sorveglianza
dei programmi.
Le politiche di promozione diretta
Agli investimenti pubblici si accompagnano interventi di promozione
diretta degli investimenti privati:
- incentivi gi consolidati e di provata efficienza, soprattutto
costituiti da quelli finanziati con la legge 488/92;
- contratti di programma e patti territoriali.
Il governo prevede inoltre di riproporre il credito d'imposta
sulle nuove assunzioni, nonch l'introduzione di sgravi fiscali
generali ed automatici basati anch'essi sul criterio del credito
d'imposta e sull'attivazione di interventi per il contrasto del
lavoro irregolare e sommerso. Sotto questo profilo il governo
ha avviato con la Commissione europea un negoziato sulla possibilit
di prevedere misure di sgravi contributivi per i datori di lavoro
in relazione ai lavoratori interessati dal contratto di riallineamento.
In coerenza con gli indirizzi comunitari il governo si impegnato
ad individuare soluzioni che aumentino i vantaggi per il datore
di lavoro in caso di adesione ai contratti di riallineamento. Altro
obiettivo del governo sar quello di intensificare l'attivit di
controllo e di vigilanza in materia di sicurezza e salute sui luoghi
di lavoro.
Le politiche per i mercati
Particolare importanza viene data al ruolo dei governi regionali
nell'ambito delle politiche per il mercato del lavoro e formative:
una quota cospicua delle politiche attive regionali sar finanziata
nel breve e medio periodo con interventi dei fondi strutturali comunitari.
Il QCS-PSM prevede per tali interventi circa 3.900 meuro, comprensivi
della quota di cofinanziamento nazionale. IL QCS prevede una forte
integrazione tra le politiche del lavoro e formative e gli specifici
interventi sui sistemi locali di sviluppo disegnati dalle Regioni.
Particolare attenzione sar riservata alle politiche per l'emersione
delle imprese non regolari attraverso: attivit di rilevazione
delle potenzialit del territorio; disseminazione di informazioni
sulle opportunit; costruzione di percorsi di formazione specifici
destinati anche agli imprenditori. Si prevede inoltre una forte
azione di rimotivazione dei disoccupati di lunga durata e la celere
attuazione della riforma per il decentramento di responsabilit
in materia di politiche attive e di servizi per l'impiego (prevista
dal D.Lgs.469/97). Uno dei principali ostacoli all'affermarsi di
un processo di crescita e di rafforzamento dei sistemi locali di
sviluppo del Mezzogiorno rappresentato dal ruolo marginale del
sistema bancario e finanziario nella creazione di imprese
e nell'espansione di attivit ad elevato contenuto innovativo. L'Unione
europea si espressa pi volte a favore della promozione del mercato
del venture capital e private equity, quale strumento a sostegno
della nascita e dello sviluppo delle piccole e medie imprese e dell'occupazione.
Il Governo pertanto ritiene opportuno un intervento pubblico
in grado di favorire l'afflusso di capitale privato verso investimenti
nel capitale di rischio delle piccole e medie imprese con elevato
potenziale di crescita, localizzate nelle aree obiettivo 1 del
Paese. Obiettivo fondamentale sar quello di assistere le Regioni
nell'utilizzo efficace dei fondi a loro disposizione, soprattutto
in riferimento ai fondi strutturali.
Sono pertanto previste misure di supporto all'istituzione di fondi
chiusi a valenza geografica o settoriale nel Mezzogiorno, attraverso
la riduzione dei costi di promozione e gestione dei fondi chiusi.
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