Abituati a vivere circondati
dalla tecnologia, dai computer ai forni a microonde, automobili
sempre pi grandi e sofisticate, televisioni e videoregistratori,
telefoni cellulari e mille altre protesi elettroniche ed
informatiche, stentiamo a ricordarci che cos'era la vita
soltanto mezzo secolo fa. Ho visto mio figlio guardarmi
inorridito quando, molti anni fa, ha scoperto che quando
sono nata (nel 1951), la televisione in Italia non esisteva!
Eppure gli anni a cavallo della met dello scorso secolo
erano cos: soltanto pochi ricchi cittadini possedevano
un'automobile, non c'erano televisori, il bucato si faceva
a mano e nelle cucine c'erano, se ce lo si poteva permettere,
le ghiacciaie. "Bellezze in biciclette", il libro di Adele
Grisendi pubblicato da Sperling & Kupfer, un viaggio attraverso
quegli anni, in una campagna emiliana che oggi non esiste
pi e dove la bicicletta era l'unico mezzo di trasporto.
"Le storie semplici che si susseguono in queste pagine sono
dettate dai ricordi di una bambina e dipingono un mondo
del quale non si parla mai. Sepolto nella memoria delle
tante donne della mia generazione, cresciute come me nei
casolari di campagna tra Reggio Emilia e Parma", scrive
l'autrice. Attraverso le stagioni, le nevicate invernali,
i profumi della primavera e dell'autunno, il caldo estivo
e le notti invernali nelle stalle, i primi fiori, la mietitura,
la vendemmia, le semine, gli orti, i frutteti, scorre una
vita che "per la maggior parte delle famiglie davvero
povera". Eppure la struttura patriarcale della famiglia,
la solidariet con i vicini, la semplicit con cui si affrontava
una vita lontanissima dalla mentalit consumistica di oggi,
permetteva di vivere decorosamente e con intensi momenti
di allegria e di festa. Tra i grandi cappelli di paglia
e le ciotole fumanti di pasta fatto in casa, tra nonni prepotenti
e serate danzanti, tra mucche, cavalli, galline, anatre
mute e corredi preparati imparando il ricamo nella scuola
delle suore, tra il piacere di un gelato e riti importanti
come l'uccisione del maiale e i materassi fatti sull'aia,
tra cattolicesimo tradizionale e furenti mangiapreti, seguiamo
la crescita della bambina Adele, ormai diventata grande
e che dalle esperienze di una vita non facile ha tratto
la forza e la saggezza per affrontare un mondo pi grande
e pi difficile di quello in cui nata e cresciuta. Oggi
Adele Grisendi, dopo aver lavorato per diversi anni in CGIL,
dirige dal 1990 il Centro di documentazione sui servizi
pubblici innovativi a disposizione dei cittadini "Il cittadino
ritrovato" e dal 1995 direttrice di "Tempomat", osservatorio
nazionale delle banche del tempo, da lei ideato. Ma Grisendi
trova spesso il tempo per tornare nella sua campagna, tra
i profumi, i sapori e gli affetti dell'infanzia e il desiderio
di raccontare, con affetto e ironia, perch il ricordo di
"quella vita pi povera, ma pi pulita, pi semplice, pi
libera" e "la storia delle donne forti" della sua terra
non vada perduta. Gabriella Bona.
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