Sono contro la dittatura, contro
ogni forma di ingiustizia, sopruso, colonialismo, ma non
riescono ad adeguarsi alle regole rigide, ai continui tentativi
di compromesso, alle forme di lotta deboli e vigliacche
che spesso contraddistinguono le opposizioni. Lottano soli
o in piccoli gruppi, per seguire i loro ideali di libertˆ
e di giustizia, rischiando quotidianamente la vita e spesso
muoiono in una delle tante battaglie, senza che siano riusciti
a raggiungere il loro obiettivo. Anarchici, sognatori, gente
che non pu˜ sottostare ad una disciplina che non sente sua,
che ridurrebbe la volontˆ di lotta in meschina burocrazia.
E la storia, queste persone, le ha castigate rimuovendole,
cancellandole dai testi ufficiali, tentando di ucciderle
una seconda volta. Sono i personaggi di "Ribelli!" che Pino
Cacucci ha raccolto nel volume edito da Feltrinelli, ridandogli
dignitˆ e visibilitˆ. Donne e uomini coraggiosi e forti,
utopici, eretici, "perdenti ma non vinti". "I ribelli che
ho sempre amato - scrive Cacucci - sono inguaribili utopisti,
animati da un'utopia con la minuscola: non quella dei grandi
ideali con cui cambiare il mondo [·] ma l'utopia dell'istintivo,
insopprimibile bisogno di ribellarsi. [·] Esseri consci
che in questo mondo non c' possibilitˆ di evadere non
bastato a convincerli ad arrendersi". I ribelli di Cacucci
"hanno in comune l'essere considerati eretici da quanti
si considerano 'veri rivoluzionari' o comunque depositari
della 'linea giusta'". Condannati, screditati, ridicolizzati
perchŽ la loro vita e il loro esempio non possano far nascere
in altri la voglia e il bisogno di ribellarsi alla violenza
e all'ingiustizia. Per questo l'autore convinto che "sia
utile mantenere sempre una sana diffidenza nei confronti
di certe rivelazioni su persone invise al sistema di potere
dominante". Nelle pagine del libro incontriamo Silvano Corbari,
partigiano sulle colline romagnole: lotta contro il fascismo
ma non tra le fila delle organizzazioni di sinistra troppo
inclini al compromesso. "Corbari ebbe pi amici tra i sacerdoti
che tra i dirigenti politici", soprattutto don Luigi Piazza
e don Antonio Vespignani. Mor“ nel 1944, prima di vedere
l'Italia nuovamente libera. Francisco SabatŽ, detto Quico,
si batte contro un franchismo che, in Spagna e nel resto
dell'Europa, era spesso condannato soltanto a parole, perchŽ
"la politica repressiva nei confronti degli operai non solo
permetteva agli industriali spagnoli di realizzare alti
profitti, ma attirava capitali dall'estero". Eulalio Ferrer
ha ottant'anni e, dal Messico dove vive, ha chiesto le pubbliche
scuse della Francia per il trattamento riservato, nei campi
di lavoro forzato, agli esuli spagnoli, la cui vita fu salvata
dal Presidente messicano L‡zaro C‡rdenas. Gli esuli non
hanno dimenticato e nel porto di Veracruz un monumento porta
la scritta "Gracias MŽxico". Irma Bandiera, ragazza della
borghesia bolognese, cresciuta in una cittˆ "sempre pi
ricca e sempre meno sensibile" lotta e muore durante la
resistenza. Tamara Bunke, cresciuta in Argentina da famiglia
tedesca, si unisce ai guerriglieri di Che Guevara, lotta
con coraggio e intelligenza, muore prima di compiere trent'anni,
lottando per la libertˆ dei popoli latinoamericani. Nella
stessa lotta mor“ Camino Cienfuegos, il temerario e sorridente
amico del Che. Un personaggio particolare Alexandre-Marius
Jacob che, con le sue rocambolesche rapine, cinquanta soltanto
tra il 1900 e il 1903 e il cui ricavato veniva devoluto
al movimento anarchico perchŽ aiutasse le famiglie pi povere,
ispir˜ allo scrittore Maurice Leblanc la figura di Arsenio
Lupin. Queste e altre le storie del libro, belle e importanti,
che escono dall'oblio e che aiutano a sperare perchŽ, come
scrive ancora l'autore, "nella realtˆ sempre Golia a vincere.
Ma non per questo Davide smetterˆ di guardarsi intorno,
cercando una nuova pietra da scagliare". gabriella bona
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