Qual è il modo in cui l'handicap è stato concettualizzato nel passato e come è cambiata, nel tempo, la rappresentazione del portatore di handicap nell'immaginario personale e collettivo? E, ancora, quanto contribuisce, la qualità della comunicazione, nel mediare l'inclusione sociale del portatore di handicap ?
E, infine, come comunicare l'handicap ? La storia del rapporto tra normalità e disabilità ha visto alternarsi periodi diversi, ognuno caratterizzato da un modo particolare di concettualizzare l'handicap e di intervenire su di esso.
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In principio fu la Rupe Tarpea, in principio fu l 'era dell'eliminazione fisica , rappresentata dal costume romano di gettare dalla rupe tutti i neonati che presentavano difetti o malformazioni.
Nel Medioevo subentrò l 'era del ridicolo .
Il portatore di handicap era utilizzato come strumento ludico. A volte i bambini venivano rapiti, trasformati in mostri e fatti esibire nelle piazze,
tra giocolieri e saltimbanchi.
Val la pena di ricordare, in proposito, la storia narrata da Victor Hugo nel “ L' homme qui rit " Dopo il Medioevo prese il sopravvento l'istituzionalizzazione, frutto di una rinnovata coscienza sociale, ispirata dal cristianesimo e fondata sull'amore per il prossimo.
Tra il ‘700 e l' ‘800 si annuncia l 'era della pedagogia . Si comincia a capire che garantire al disabile la sopravvivenza fisica non è più sufficiente. Bisogna educarlo, curare lo sviluppo delle sue capacità intellettive.
Nei primi del ‘900, era dell'inserimento lavorativo , nascono i primi laboratori protetti e si transita all'era attuale, l 'era della lotta all'emarginazione e all'esclusione sociale . Oggi si parla di pari opportunità per le persone disabili. Oggi ci si interroga sul modo migliore di comunicare l'handicap. E' un grosso passo avanti, non ci sono dubbi. Il millennio non è trascorso invano. Ma la strada da percorrere è ancora lunga e tutta in salita.
Come comunicare l'handicap?
Cominciamo con l'elencare le forme scorrette di comunicazione........................(segue)
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E' un bisogno, come la sete, la fame, un mondo da conoscere esteriormente ed interiormente o meglio emotivamente:
Il sesso argomento di conversazione o e di consumo sciorinato o esibito in ogni forma quasi in maniera esasperante ma cos'è il sesso per i portatori di handicap? Sono nate associazioni per discutere di questo tema ma a mio parere a volte sono circoli chiusi in cui si privilegia la discussione sul limite, sulla difficoltà
NON è sempre così!!!!
Il sesso può essere gioia e piacere anche per chi ha problemi.
Ognuno ha il proprio diritto di vivere il sesso e difficoltà e gioie riguardano tutti. Una certa parte della nostra cultura esibisce il sesso ma non educa alla sessualità, lo dimostra il fatto che ancora si litiga sull'educazione sessuale nelle scuole.
La sessualità dei portatori di handicap viene spesso relegata nel regno della tenerezza o peggio dell'impossibile nel miglior dei casi dell'amore Platonico. Niente di più sbagliato e limitante. Nessun divieto, nessuna condizione limitata potrà impedire ad un uomo o ad una donna, alla sua mente al suo corpo di sentire , di volere , di godere dell'incontro con un'altra persona.
Certo bisogna arrivarci con consapevolezza ed attenzione ma i tentativi sono necessari, direi indispensabili. Averne timore non porta a nulla e per questo ne vorrei discutere con figli, genitori amici di amici, tutti insomma!
Avviso:
Le prossime parole sono dedicate ai più giovani: entrare in contatto con il corpo e la mente di una persona è un viaggio diverso ogni volta è come abitare in una casa nuova, bisogna arredarla con cura, bisogna stare attenti ai particolari, sentirsi a proprio agio e, comodi, per il resto non ci sono regole, usate rispetto e fantasia
Buena Suerte!
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