A dieci anni di distanza dalla Conferenza di Nairobi, nessun governo
ha applicato pienamente le "Forward looking Strategies".
Viviamo in un mondo segnato dall'aumento di povertà, ineguaglianza,
ingiustizia, disoccupazione, una crescita economica che produce
distruzione ambientale, guerra, sessismo, razzismo, xenofobia, omofobia
e altre forme di discriminazione e violenza contro le donne.Inoltre,
l'intrecciarsi di genere, razza e povertà concentrano forme di discriminazione
per molte donne di colore.
Noi donne Ong del mondo, ricche della nostra diversità, ci siamo
incontrate, insieme ai nostri governi, in una grande conferenza
globale, sempre per far luce sulle questioni delle donne e delle
barriere esistenti, al fine di raggiungere eguaglianza, sviluppo
e pace. Noi crediamo che questi obiettivi possano essere raggiunti
se si porrà fine all'oppressione delle donne e delle bambine, attraverso
la piena partecipazione delle donne stesse nelle decisioni a livello
nazionale e internazionale e con la trasformazione delle strutture
sociali, economiche e politiche che oggi sono le responsabili della
perpetuazione di povertà, razzismo, ineguaglianza, ingiustizia,
disoccupazione, violenza e guerra.
Alla soglia del 50Á anno dalla costituzione delle Nazioni Unite,
a dispetto dei numerosi impegni presi dagli stati membri, i diritti
umani riguardanti le donne non sono ancora stati rispettati, difesi
e definiti come inalienabili, indivisibili, universali.
Le risorse sono state abbondantemente sperperate nelle spese militari
senza ottenere né pace né sicurezza in cambio. Il modello di sviluppo
dominante e l'economia di mercato globale genera una grande quantità
di beni materiali per pochi e l'impoverimento di molti, fa aumentare
il numero dei senza casa, il razzismo e la degradazione ambientale,
incoraggia un surplus di consumi e la proliferazione delle armi;
depauperizza le nostre risorse naturali, inquina aria, acqua e suolo
e contribuisce alla violazione dei diritti civili, economici e politici
delle donne.
Il modello di crescita corrente non riesce a venire incontro ai
bisogni materiali e spirituali dei popoli.
Le donne sono le maggiori consumatrici di ogni economia, ma molto
del nostro lavoro non viene riconosciuto ed è sottovalutato. Noi
svolgiamo i due terzi del lavoro mondiale mentre guadagniamo solo
il 5% delle entrate, il nostro lavoro rappresenta un sostegno invisibile
per la prosperità del mondo.
La globalizzazione elle così dette "economie di mercato" del mondo
è ovunque la causa dell'aumento della femminizzazione della povertà.
Ciò viola la dignità e i diritti umani, l'integrità del nostro ecosistema
e dell'ambiente e rappresenta una seria minaccia per la nostra salute.
L'economia globale, governata da istituti finanziari internazionali
- la World Trade Organization - e le corporazioni transnazionali
impongono Programmi di aggiustamento strutturale per i paesi del
Sud e ristrutturazione economiche nei paesi del Nord in nome dell'equilibrio
fiscale. Il risultato è stato l'aumento della povertà, dei debiti,
della disoccupazione. Le riduzioni che ne sono venute nei programmi
e servizi sociali, nell'area della salute, dell'educazione e della
casa vanno a colpire proprio quelle persone che si intenderebbe
aiutare. I media, controllati da corporazioni multinazionali agiscono
come strumento di controllo sociale, negando alle donne il diritto
ad una libera comunicazione.
Sostenute dalla saggezza delle più anziane tra noi, ispirate dalle
donne native dei diversi paesi, caricate di energia dalla gioventù
e sostenute dalla nostra sorellanza noi invochiamo la fine di queste
condizioni e rifiutiamo di accettarle come inevitabili per il futuro
dell'umanità.
I diritti delle donne sono diritti umani.
Ci rivolgiamo a tutti i governi:
Per riconoscere e garantire a tutte le donne uguale diritto a un
decente standard di vita, salute, acqua e aria pulita, cibo sufficiente,
vestiario e sanità, un'abitazione adeguata, adeguata sicurezza e
assicurazione sociale, educazione e assistenza legale, così come
stabilito nell'accordo dell'International Covenant of Economic,
Social and Culture Rights.
Per un'azione immediata riguardo alla cancellazione dei debiti multilaterali,
per rafforzare la responsabilità delle istituzioni finanziarie internazionali
e assicurare che tutti gli accordi di lavoro internazionali rispettino
la legislazione sui diritti umani, gli standard internazionalmente
riconosciuti in materia di lavoro e la protezione dell'ambiente.
I diritti economici sono diritti umani.
Per porre fine ai movimenti migratori, all'accumulo e commercio
di scorie radioattive rischiose e tossiche.
Per promuovere e usare scienza e tecnologia per scopi di pace, centrati
sulla persona e sullo sviluppo sostenibile e ecologicamente sano.
Per incoraggiare, non ostacolare, la libera espressione, la piena
partecipazione e il pieno accesso delle donne disabili in organizzazioni
governative e non governative locali, nazionali, internazionali.
Per riconoscere e incrementare iniziative di donne povere ed emarginate,
includendole a pieno titolo nella pianificazione e distribuzione
delle risorse.
Non equivocare o imporre credenze religiose o pratiche che appartengono
alle tradizioni delle donne in modo da negare loro diritti umani
inalienabili. Noi chiediamo anche l'abolizione di tutte quelle leggi
e pratiche che negano alle bambine e alle donne uguali diritti e
non consentono uguali diritti in questioni di successione ed eredità.
Rettificare leggi sulla proprietà intellettuale così da rendere
le donne indigene le prime beneficiarie dell'uso commerciale della
loro conoscenza. Rifiutare il militarismo in tutte le sue forme
e creare una cultura di pace e di diritti umani. Gli 800 miliardi
di dollari che si spendono annualmente debbono essere riconvertiti
per scopi di pace, per trasformare la produzione militare a fini
socialmente utili. I governi debbono abolire le armi per la distruzione
di massa vietando esperimenti, vendita e stoccaggio di materiale
nucleare, chimico, biologico e ogni altro armamento. La produzione,
vendita ed uso di tutte le mine anti uomo devono essere banditi.
Chiediamo che i nostri governi operino insieme al fine di risolvere
i conflitti senza usare la violenza e che essi includano a pieno
titolo le donne nelle iniziative per la costruzione di pace e la
risoluzione dei conflitti. Per impegnare le rispettive commissioni
a misurare e valutare il lavoro sottopagato delle donne e a calcolarlo
nelle previsioni del Pil di ciascuna nazione. I modelli dominanti
di sviluppo si sono basati sullo sfruttamento delle risorse del
Sud da parte del Nord e sul trasferimento delle idee, tecnologie
e metodologie dal Nord verso il Sud. Noi dobbiamo costruire in base
ai modelli}i alternativi che già esistono sia al Nord che al Sud,
che siano fondati sull'eguaglianza, reciproco rispetto, vera partecipazione
e che tengano conto di tutte le donne. Questi modelli devono essere
economicamente e socialmente equi e rispettosi del contesto ambientale.
Tutti i progetti di sviluppo devono tener conto degli effetti sulle
donne includendo il lavoro a,aggiuntivo imposto loro da una insostenibile
e inappropriata tecnologia. Le donne delle Ong del mondo si appellano
a tutti i popoli e governi perché riconsiderino e trasformino radicalmente
concetti, impostazioni e strutture nel governare la vita economica
e sociale e per agire in base alle nostre raccomandazioni. Questo
processo richiederà la piena ed uguale partecipazione di donne di
tutte le diversità di razze, background, donne anziane donne indigene,
donne delle campagne e delle città, donne disabili, immigrate ed
emigrate, rifugiate, donne profughe, donne di diversi orientamenti
sessuali e tutte le donne emarginate.
Noi chiediamo:
- Accesso per le donne alle strutture politiche a tutti
i livelli e un rafforzamento (empowerment) ai livelli decisionali
della politica, in forma egualitaria. Le istituzioni nazionali
ed internazionali devono diventare responsabili, trasparenti ed
avere una forma di partecipazione aperta. Le donne devono avere
libero accesso alle diverse e pluralistiche risorse dell'informazione
e dei media che siano culturalmente e linguisticamente idonei
a dare e ricevere informazione. I governi devono sostenere le
Ong e garantire la loro piena partecipazione nella pianificazione
e sviluppo di programmi e politiche.
- Riconoscimento, protezione, risarcimento finanziario,
altri tipi di assistenza, status legale per i milioni di donne
e bambini, vittime del nucleare o di altre catastrofi ambientali,
molte di esse vittime o orfane che sono state costrette a diventare
immigrate, emigrate, rifugiate, profughe o forzate a condizioni
di schiavitù sessuale come risultato della guerra, dell'occupazione
straniera, di ingiustizie politiche e socioeconomiche. Ogni sforzo
dovrà essere fatto per proteggere le popolazioni civili dagli
effetti negativi di sanzioni economiche che compensano i loro
diritti economici e umani.
- Accesso ad un sistema sanitario universale, di alta
qualità, non discriminatorio, che usi tutte le grandi diverse
possibilità disponibili nei vari sistemi mondiali in luogo della
superdipendenza attuale dai medicinali che curano in eccesso e
ammalano i corpi delle donne. Noi richiediamo a tutti i governi
di sponsorizzare e sostenere la ricerca per il controllo delle
donne nella prevenzione e cura dell'Hiv/Aids, per proibire ogni
forma di discriminazione di donne affette da queste malattie e
per garantire loro l'accesso alla formazione, cura, sostegno e
trattamento per Hiv/Aids.
- Sviluppo e sostegno di azioni positive sia nel privato
che nel pubblico per assicurare l'eguaglianza delle donne.
- Cambiamento da parte dei media dell'uso negativo, sessualizzato,
dell'immagine di donne e bambini e dello sfruttamento che se ne
fa; che venga trasformato in positivo nel rispetto della nostra
dignità e diversità.
- Una nuova forma di educazione per tutti i bambini, a
cominciare dal primo livello, per sensibilizzarli riguardo ai
diritti umani, alle questioni relative al genere, alla soluzione
non violenta dei conflitti, sollecitando il bisogno di pace nel
mondo.
- Una piena utilizzazione del decennio delle Nazioni unite
per "l'educazione ai diritti umani" centrata sulla prevenzione
delle violazioni dei diritti umani contro le donne.
- Nuove e aggiuntive risorse finanziarie e tecniche per
utilizzare con pieno successo i piani e gli impegni assunti in
occasione delle Conferenze di Nairobi, Rio de Janeiro, Vienna,
Cairo, Copenaghen e Pechino, affinché gli stati membri adempiano
gli obblighi assunti con la Convenzione sull'eliminazione di tutte
le forme di discriminazione contro le donne.
Noi chiediamo che si ponga fine allo stupro e a tutte le forme di
violenza sessuale, sfruttamento e molestia di donne e bambini, inoltre
chiediamo la fine del traffico delle donne e dei bambini così come
del turismo sessuale.
Ci impegniamo per queste trasformazioni in uno spirito di servizio
verso l'umanità a fianco della gioventù come agente di cambiamento,
avendo a cuore i nostri figli, nipoti e le future generazioni. Noi
siamo convinte che allorché le donne otterranno piena ed eguale
partecipazione in tutte le questioni che riguardano il pianeta la
pace potrà essere realizzata ed assicurato il benessere di ciascun
individuo.
Noi riaffermiamo che i diritti delle donne sono diritti umani.
Questo documento è il risultato di tre giorni di consultazioni tra
le Ong presenti a Pechino. Ci auguriamo che rifletta l'essenza del
pensiero delle Ong del mondo. Speriamo che gruppi e singole lo approvino
e inviino suggerimenti.
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