Problemi per l'e-commerce
La Goldman Sachs, società di analisi e ricerche di mercato, afferma
che alcuni negozi che vendono via Internet ma che non hanno una
forte immagine o un legame con marchi di alta qualità, come Buy.com,
Autoweb.com,
potranno avere problemi di liquidità già alla fine del 2000.
Queste difficoltà arrivano in un momento importante per l'e-commerce,
visto le notevoli aspettative di incremento del settore. Secondo
gli analisti, tutte le aziende mondiali che hanno fatto del vendere
online la loro missione, in questi ultimi mesi hanno dovuto sostenere
notevoli spese per mantenere le promesse fatte ai clienti. Dopo
questa fase di investimenti pesanti alcune di queste aziende, Goldman
Sachs dice almeno una decina, si troveranno nella condizione di
dover mantenere la loro posizione di mercato e preservare il loro
modello di business vincente, questo significa avere comunque una
base economica solida su cui contare. Sembra che la cosa non riguarderà
i veri giganti del settore, come Amazon.com
o Priceline.com,
che hanno a disposizione le liquidità necessarie per arrivare al
2001. Anche 1-800-Flowers.com
e Barnesandnoble.com
se la caveranno, mentre gli analisti vedono in bilico Ashford.com
e eToys.com
e, addirittura consigliano a CDNow.com
e Peapod.com
di trovarsi dei validi partner per affrontare più serenamente il
futuro.
Action Plan for eEurope
La Commissione Europea ha approvato l'"Action Plan for eEurope".
Si tratta di un progetto che scadrà alla fine del 2002 e avrà l'obiettivo
di creare le basi necessarie per consentire l'accesso a Internet
a ogni cittadino, scuola, azienda o ente europeo. L'accesso veloce
a Internet e la rapidissima diffusione del commercio elettronico,
hanno spinto la Commissione Europea ad accelerare i tempi, in modo
da evitare che l'Europa si trovi in ritardo competitivo rispetto
al resto del mondo. Il piano consiste in 30 pagine in cui sono fissati
in modo molto sintetico i passi necessari per raggiungere l'obbiettivo.
Non sono indicate novità rivoluzionarie, il documento è solo un'evoluzione
dell'iniziativa "eEurope" presentata dalla Commissione Europea a
dicembre dello scorso anno.
La Commissione ha raggruppato i punti in tre obiettivi primari:
l'introduzione di una rete Internet più veloce e dai costi più accessibili,
l'investimento nello sviluppo delle conoscenze che tutti noi dobbiamo
avere per utilizzare al meglio la Rete e l'incoraggiamento al suo
utilizzo. Per lo stesso periodo in tutta Europa si dovrà definire
una strategia comune per l'utilizzo dell'Internet Protocol del futuro,
l'"Ipv6".
Carta d'identità intelligente, un chip dirà chi
siamo
A breve gli italiani anziche' cercare pezzi di carta magari stropicciati
e con visibili segni del tempo, tireranno fuori dal portafoglio
la carta di identita' intelligente, cioe' quella elettronica, grande
quanto un bancomat, in cui si trovano non solo i dati anagrafici
e di residenza, ma quelli piu' disparati, come per esempio l'impronta
digitale (ma e' facoltativa). La Gazzetta Ufficiale, con la pubblicazione
dell'ultimo tassello dell'iter per arrivare alla 'smart card', cioe'
il decreto del ministero dell'Interno sulle regole tecniche e di
sicurezza, di fatto da' il via libera ai comuni per partecipare
alla corsa alla nuova carta di identita'. Infatti tutte le amministrazioni
che si ritengano pronte, da oggi possono fare richiesta di stock
di tesserini 'grezzi' che dovranno poi riempire nei propri uffici.
Salta cosi' anche la fase sperimentale che si era pensato di avviare
coinvolgendo una decina di citta': Catania, Milano, Trieste, Siena,
Torino, Bologna, Bari, Padova e Modena. Invece ora il sistema e'liberalizzato.
Nel decreto si possono trovare tutte le informazioni relative, tra
l'altro a misure, struttura, composizione anche del materiale, finalita',
grado di sicurezza e alcune indicazioni molto tecniche, da veri
esperti.
[Roma 21 luglio - ANSA]
Arriva la numerazione specifica per l'accesso a Internet
La Ue chiederà l'introduzione del dominio .eu
Che Internet fosse destinata a diffondersi in modo capillare molti
lo avevano intuito, ma che nel giro di poco tempo le estensioni
dei domini iniziassero a scarseggiare, al punto da far sorgere l'esigenza
di crearne di nuove, nessuno era riuscito a prevederlo. Quello che
non ci si aspettava era l'importanza che hanno assunto in ambito
commerciale i domain names tanto da farli diventare uno tra i beni
economici più rilevanti nel patrimonio aziendale di molte imprese
della New economy. E' per questo motivo che essi sono spesso ceduti
a cifre esorbitanti, seguendo una linea del tutto imprevista all'origine
del sistema. I domini introdotti all'origine del sistema non sono
più sufficienti ed è giunto il momento di aggiornarli, seppure con
non poche difficoltà. L'ente che si occupa a livello mondiale della
gestione dei nomi a dominio è l'Icann, che proprio nell'ultimo convegno
di Yokoama svoltosi dal 13 al 16 luglio, ha affrontato questo problema
come prioritario. Si è giunti a considerare opportuna l'introduzione
di nuove terminazioni per i domini cercando di porre la massima
attenzione ai diritti dei titolari di marchi famosi. Si prevede
che la procedura di aggiornamento si concluderà entro la fine dell'anno.
[26/07/00 - Ilsole24ore]
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